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DOVEROSA NOTA INIZIALE: Ho iniziato a studiare i Testi Sacri delle principali religioni, per tre motivi. Il primo per chiedere Grazie a Chiunque mi (e ci) abbia protetto e per la Sua Gloria (ho veramente tanto ringraziare). Il secondo perchè negli anni alcuni antichi simboli di positività, spiritualità e di protezione per l’ Uomo, quali l’Esagramma, la Croce Rovesciata, lo Swastika, la Mano di Fatima, sono stati trasformati da alcune correnti politiche e gruppi fomentatori di odio, in simboli malefici. Sono fermamente convinto che donare di nuovo, il loro significato originario a questi simboli sia importante, poiché cedere questi simboli a movimenti razzisti, untori d’odio, promotori d’orrore, significa rafforzarli e nel contempo perdere la nostra identità. Il terzo motivo perchè le religioni sono espressione umana di un “sentire” Divino ed esse, racchiudono una vasta fonte di conoscenza.

Gli studi, sono naturalmente di carattere esoterico e sono focalizzati solo sull’incipit originale dello sviluppo del mio lavoro (sia in termini interpretativi, che teorici, che della realizzazione di Opere Rituali). Quindi qui di seguito, è pubblicato solo questo tipo di studio. Gli altri sono riservati, a chi ne ha diritto di accesso. Grazie dell’attenzione.

Cronache

La mia opinione è che sia necessario leggere i Testi Sacri nella lingua originale e tenendo presente il contesto storico culturale in cui sono stati scritti. La Bibbia Cristiana, in questo frangente presenta qualche problema. L’aspetto linguistico innanzitutto, che come molti studiosi e traduttori ricordano, ha il problema di parole che hanno un doppio senso o sono “interpretate” o hanno forse cambiato uso nei secoli. Questo è un aspetto che si presenta spesso e in molti libri, non è una novità. L’altro aspetto, per niente da trascurare è che per stessa ammissione della Chiesa, non tutti i Libri scritti sono stai raccolti nella Bibbia, ogni culto ha creato la sua “raccolta di Libri Sacri che compongono poi di fatto il Libro Sacro Biblico. Basti pensare tutta la diversa interpretazione e scelta sui Libri che poi hanno dato vita ai canoni Ebraici, Cristiani Ortodossi, Cristiani Cattolici, Cristiani Copti, Samaritani ecc.ecc.

Alla luce di tutto questo, che comunque è interessante studiare, prende forma la mia idea di andare a concentrarsi su un punto focale di tutta la rappresentazione religiosa e usare questo focus, come punto di partenza. Nel Cristianesimo è La Croce.

La Croce

E’ necessario partire da un più ampio sguardo sulla simbologia della Croce, derivata dalla notte dei tempi, fino al suo vario uso in tutte le diverse culture. Affido questo compito, a uno dei capitoli iniziali del libro “Le Croci del Mistero, origine, sviluppo e declino delle Croci della Passione”, scritto da Luca Bertinotti. Un libro che io ho letto molto volentieri e che non solo si avvale di un ottimo apparato critico (di cui mi servirò), ma anche di un importante e esaustivo apparato fotografico e un bel censimento fotografico delle croci presenti nella nostra zona (Toscana nord occidentale).

Marco Massimiliano Lenzi, nella prefazione al libro appena menzionato scrive:

Il segno cruciforme, nelle sue molteplici varianti, viene qualificato da alcuni studi specialistici come uno dei simboli fondamentali, insieme al centro, al cerchio e al quadrato. Tale qualifica implica almeno due dati essenziali: la pressochè universale diffusione del simbolo in contesti culturali anche assai distanti fra loro in termini sia cronologici che spaziali; l’attestazione della sua presenza già in epoca remota, in taluni casi potendosi risalire fino alla preistoria.

Il che, è verissimo, lo possiamo constatare nella vita di tutti i giorni. Questi simboli fondamentali (o di base) hanno subito poi trasformazioni, fino a divenire icone simbolo di alcune specifiche culture. Per esempio, andando avanti a leggere si trova menzione della Swastika e della Ankh, che sono semplicemente croci che hanno subito una trasformazione…

…possiamo ricordare la Ankh, o croce ansata dell’Antico Egitto, simbolo della totalità della vita originata dagli Dei e particolarmente, di una vita felice dopo la morte; proprio in virtù di tale simbolismo, la Ankh verrà assunta poi dal cristianesimo copto. Ugualmente, l’ampia diffusione della Swastika nel mondo germanico, risalente all’età del Ferro, dopo la conversione di queste popolazioni al Cristianesimo verrà direttamente sostituita dalla Croce Cristiana.

Si passa poi, ad analizzare i tratti che contribuiscono a creare il simbolismo della croce.

La croce, contraddistinta dal numero quattro, è all’origine di ogni forma di orientamento: infatti, i quattro punti cardinali non solo orientano nello spazio, ma anche nel tempo. Ciò risulta evidente se considerimao la rotazione dell’asse terrestre, che gli antichi interpretavano come il movimento del sole e quindi il succedersi del giorno e della notte e delle quattro stagioni, da cui, in tal senso, il simbolismo rappresentato dalla ruota iscritta nel cerchio e nella swastika. In parallelo, possiamo allora evidenziare come la croce divenga anche simbolo dell’unione dei contrari: sopra-sotto, destra-sinistra […] Qui l’asse orizzontale, che congiunge l’est con l’ovest, il sorgere ed il tramontare del sole, è posta in analogia al corso della vita dalla nascita alla morte, quindi alla condizione umana. L’asse verticale (immagine dell’Axis Mundi) invece collega, mette in rapporto e in comunicazione la Terra e il Cielo, la dimensione umana e quella della Trascendenza […]

Quest’ultimo passaggio è fondamentale ai fini esoterici e magici, perchè proietta l’Uomo in una “dimensione di possibilità” di trascendere alla vita terrena e proiettarsi spiritualmente in un piano superiore (su questo ci sarebbe molto da riflettere, se certe dottrine non abbiano indicato tutto ciò, come Eoni). L’uomo eretto, a braccia aperte e a gambe chiuse è al cento per cento l’emblema della Croce. Lui stesso è simbolo e portale verso l’universo.
Una volta appurati questi tratti salienti, l’uso nei secoli della Croce e tutti i suoi successivi significati
possiamo anche trlasciarlo. Quello che a me importava sottolineare ai fini del nostro racconto era l’universalità di questo simbolo. Nel mio caso, possiamo dividere le Croci che io realizzo in tre grandi gruppi: Croci a braccia semplici, Croci della Passione, Croci Uncinate. Tutte non hanno canoni di una determinata religione, non sono necessariamente riconducibili al Cristianesimo, anzi, hanno molto spesso una direzione verso quel canone di universalità che mi premeva molto spiegare.

Mie Croci a braccia semplici

Questi tipi di manufatti vengono realizzati in legno o in cemento. Hanno la caratteristica di raffigurare il segno della Croce nella sua maniera più classica, o al massimo, avere delle variazioni non molto incisive. Possono riportare disegni o incisioni a bassorilievo e non hanno un loro colore prestabilito. Di solito, le raffigurazioni presenti sono ciò che indica ciò a cui la Croce è dedicata e quale è la sua funzione.

croce uncinata legno di abete riporta disegnato il corpo di cristo e i serpenti 36 x 22 x 4 cm anno 2015
croce uncinata legno di abete riporta disegnato il corpo di cristo e i serpenti 36 x 22 x 4 cm anno 2015
croce della passione 46 x 35 x 15 2017
croce della passione 46 x 35 x 15 2017
croce legno di abete riporta disegnati i simboli biblici dei pesci 45 x 29,5 x 4 cm anno 2014
croce legno di abete riporta disegnati i simboli biblici dei pesci 45 x 29,5 x 4 cm anno 2014

Mie Croci della Passione

Tali tipologia di Croci riportano raffigurata in rilievo o dipinta l’Arma Christi, ovverlo l’insieme di oggetti che hanno concorso e sono stati presenti nella Passione di Cristo. Nella tradizione classica che si estende in maniera molto nutrita come numero di esemplari eretti, da Pistoia fino a Lucca, passando per Serravalle Pistoiese (dove io abito), la Croce non presenta mai il corpo di Cristo. In alcuni casi però possiamo trovare raffigurati i ritratti di Giuda e Caifa. La realizzazione di queste Croci però, è lasciata al “sentimento” dell’Artista che le realizza. Nella mia produzione quindi, alcune volte inseirsco anche la figura di Cristo, dipinta o scolpita in maniera caricaturale, tanto da tentare di farne emergere la sua natura ancestrale e ultraterrena (se ricordate, per alcune dottrine, Cristo era considerato un Eone). Gli oggetti che possono essere utilizzati per la realizzazione di una Croce della Passione sono:

la Colomba simbolo dello Spirito Santo, il Ramo di Palma con cui Gesù fu accolto a Gerusalemme, il Calice in cui Cristo bevve durante l’Ultima Cena (o c’è chi lo conosce come Santo Graal, ma qui ci vorrebbe un libro a parte. Diciamo solo che le storie raccontate son storie…), la Caraffa con la quale fu versato il vino nel Calice, il Pane, la Tunica indossata da Cristo, il Borsello contenente i 30 denari del tradimento di Giuda, la Lanterna e le Armi dei soldati che arrestarono Cristo, il Gallo che cantò dopo che Pietro ebbe rinnegato 3 volte Cristo, le Corde e le Catene con cui Gesù fu legato la notte prima del supplizio, le figure di Caifa e Giuda, la Mano Guantata del servo del sommo sacerdote che schiaffeggiò Gesù, la Spada di Pietro che tagliò l’orecchio di Malco e l’Orecchio stesso, la Spugna imbevuta di aceto con cui Gesù venne fatto bere, il Vaso utilizzato per contenere fiele e aceto, la Corona di Spine che li venne deposta sul capo, il Manto color porpora che fu fatto indossare a Cristo per scherno, la Canna messa in mano a Gesù come beffa, il Velo di Veronica che asciugò il volto di Cristo lungo la via del Calvario, la Colonna dove Gesù fu frustato, la Corda, la Frusta con cui ricevette 39 frustate, il triplice monte (Calvario), il Teschio di Adamo, la Vera Croce, le Croci dei due ladroni, i Dadi usati dai soldati per giocarsi la tunica di Cristo, il Cartiglio INRI (Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum), i Chiodi della Crocefissione, il Martello, il Cuore ferito, la Lancia di Longino con cui inflisse l’ultima delle cinque ferite, il Sole e la Luna, gli Angeli Afllitti, la Scala utilizzata per la deposizione, le Tenaglie, il Vaso di Mirra con cui venne unto il corpo di Cristo, il Sudario.
La lettura di seguito di tutti questi simboli, ci fanno comprendere la loro forza. Sarebbe possibile, senza alcuno sforzo, collegarli uno ad uno e arricchendo i contenuti, realizzarne un libro intero senza conoscere affatto la storia. Per due motivi, il primo che essi sono molto evocativi, già leggerne uno basta per portarti dentro la scena con perentorietà e secondo, essi sono in qualche modo concatenati tra loro, creando così una sequenza simbolica che riesce a trasmetterti il sentimento della storia senza esserne stato partecipe. Questa è la vera forza di un “simbolo”, questa è la vera potenza delle Croci. Raccontarci in maniera contemporanea e farci vivere una storia o sequenza di episodi, come se fossimo stati presenti.

croce della passione 44,5 33,5 x 15 2015
croce della passione 44,5 33,5 x 15 2015
croce della passione 2016
croce della passione 2016

Mie Croci Uncinate

Le Croci Uncinate necessitano di un ulteriore approfondimento. Esse sono l’unione della Croce cristiana, che oltre la sofferenza di Gesù Cristo è anche la raffigurazione dell’Uomo a braccia aperte con la svastica. Della Croce raffigurazione dell’Uomo, della Swastika, ne abbiamo già parlato, sapete di cosa si tratta, quindi il simbolismo della Croce Uncinata non è blasfemia, ma è l’Uomo che abbraccia la spirtualità, il sole, la vita. Ttutto ciò proietta questi manufatti in un dimensione dove essi una volta realizzati, non sono più solo opere simboliche ma veri e propri talismani.
Per affrontare questo “racconto” nel racconto, occorre ricordare che nel corso della storia dell’uomo, si è potuto constatare come la forte “Fede” e “Devozione” abbiano regalato agli uomini la forza per superare i momenti più duri e le epoche più buie. Ad essa possiamo anche dare il merito di aver ispirato e regalato uno stato di grazia a una moltitudine di artisti che ci hanno regalato opere straordinarie. Qui, non si parla di solo religione Cristiana, ma di tutte le religioni, compresi, Credi, Regole, Ordini. Si, perchè la “Fede” è qualcosa di indifinibile che miscela dentro di se, speranza, volontà, accettazione dell’invisibile, forza, tenacia, costanza, ammirazione e se vogliamo spingersi fino in fondo anche tolleranza, rispetto e sofferenza. Nel corso dei secoli, essa è stata anche “promotrice distorta” di guerre e atrocità, ma ciò che a noi interessa in questo articolo è l’aspetto che spinge l’uomo a far “meglio”.
Uno degli esempi più lampanti, ce lo dona una delle peggiori pagine di storia dell’umanità: la tratta degli schiavi.
Agli schiavi, già giunti a destinazioni nei loro assegnati posti di lavori forzati, veniva negata anche la libertà di mettere in pratica la propria religione animista che con loro, era giunta dall’Africa. La pena per aver violato questo divieto era la morte e quindi essi si ritrovavano di fatto, schiavi col corpo ma anche con lo spirito. Credo personalemente fosse l’esempio più cruento di annientamento totale di una persona e esponenzialmente di una collettività di individui. A ciò, c’è di peggio solo la “condanna all’oblio”. La voglia di rimanedre fedeli alle proprie radici e la spinta interiore di queste persone costrette in schiavitù, portò all’idea di nascondere e miscelare dietro l’iconografia cattolica i propri Dei. Questa intuizione portò gli schiavi a poter liberamente adorare alla luce del sole le loro divinità, in quanto i dominatori spagnoli erano fermamente convinti che le loro vittime, diventate cristiane, si adoperassero all’adorazione e nella preghiera dei Santi. La scena che si presentava spesso agli occhi dei carnefici, era una comunità di persone quotidianamente vessate a causa del colore della loro pelle, che adorava in maniera “eccessiva” i Santi. Tant’è che gli spagnoli dominatori su quella comunità si chiedevano spesso che ruolo avesse Dio nel Cristianesimo da loro praticato, se tutta la devozione si riversava verso i Santi. Gli stessi spagnoli, continuando a non capire, coniarono un termine dispregiativo per descrivere questa pratica: Santeria.
Come avete potuto leggere, la Santeria nasce da un insieme di fattori e di “cattiverie” gratuite fatte da una razza che si credeva superiore a un’altra e materialmente è un’insieme di tratti di alcune religioni, in questo caso Cattolica (quella spagnola) e Yoruba (quella Africana). Oggi si dice infatti, che chi ancora professa tale religione preferisca chiamarla Lukumi o Regla de Ocha.

croce uncinata 18 x 10,7 x 17 cm 2016
croce uncinata 18 x 10,7 x 17 cm 2016

Questo racconto iniziale era doveroso, perchè è importante conoscere certi aspetti del passato per poter meglio comprendere il presente, e il futuro. La Santeria ha due aspetti positivi non trascurabili. Il primo è che il “culto” è “uno” ed è praticato come è stato tramandato, ma esso varia (se ben mantenendone la forma principale) in base ai luoghi e le condizioni socio-culturali in cui viene praticato. La seconda è che rimanendo fedeli alla propria fede religiosa, si possa dar vita a nuove simbologie o iconografie che non vanno a sminuire la religione di origine, ma in alcuni aspetti la fortificano pure.
Le croci uncinate, nel mio caso, rispecchiano una sorta di Santeria: una miscela di simboli e forme che io vivo quotidianamente e che per me non sono certo una “macedonia” di filosofie.
Lo spirito che muove la realizzazione delle Croci Uncinate deriva da una mia profonda “Fede” verso il vero significato della Swastika e di alcuni simboli, della reputazione di alcuni tipi di monogrammi. Innanzitutto queste Croci possono essere in legno, in metallo o in cemento. Sono sempre la somma del simbolo cruceiforme con la svastica. Alcune volte, le braccia del simbolo solare non sono esterne alla Corce stessa, ma sono disegnate all’interno della sua figura. Ma oltre all’aspetto scolpito, qui c’è anche da prendere in esame l’aspetto grafico, poiché sopra dipingo o incido simboli o segni a me “Sacri”. Di questi abbiamo già parlato nei capitoli precedenti, rimane solo da parlare di un segno che in questa tipologia di Croci uso spesso: il monogramma.

Il dizionario Treccani ci dice:
monogramma s. m. [dal lat. tardo monogramma -mătis: cfr. l’agg. gr. μονογράμματος «formato di una sola lettera», comp. di μονο- «mono-» e γράμμα «segno, figura, lettera»] (pl. -i). – Insieme di più lettere (di una parola o di più parole) congiunte e sovrapposte in nesso fra loro, così da formare un solo segno grafico, per lo più in forma di croce, di rettangolo o di quadrato; di solito usato per esprimere un nome proprio di persona: sigillo col m.; portafoglio, astuccio per sigarette con m. in oro; in storia dell’arte, la sigla identificativa di un artista o, più spesso, di un incisore (v. monogrammista, nel sign. 2): una xilografia col celebre m. di Dürer. M. firmato, segno di sottoscrizione reale in uso nei documenti medievali, stilati dalle cancellerie del Sacro Romano Impero, contenente spesso, oltre ad alcune lettere del nome del sovrano, anche alcuni elementi del titolo reale e imperiale, e accompagnato da un chirografo del sovrano (e perciò detto «firmato»). M. di Cristo, le due lettere iniziali del nome greco di Cristo, Χριστός fuse insieme nel segno ☧.

L’uso dei monogrammi nelle pratiche occulte è molto frequente, soprattutto volendo accentuare o “benedire” ciò che stiamo facendo. Quelli più famosi, dall’alba dei tempi sono entrambi i monogrammi di Cristo (PX e IHS), il monogramma di Maria Vergine, Quello di Carlo Magno, quello di Pietro e infine quello di colui che opera, in questo caso il mio.

Monogramma di Cristo

Gesù Cristo, ha nella sua storia diversi tipi di monogrammi, quelli più famosi sono anche i più usati. Il primo è una sorta di P maiuscola che attraversa una X. Deriva dal nome di Cristo in lingua greca, dove la X equivalente al CH latino si interseca con la X che indica come suono labiale R. Spesso lo troviamo con ai lati disegnato o scolpito l’Alfa e l’Omega sempre derivate dall’alfabeto greco, per ricordare la famosa frase del libro dell’Apocalisse: “Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine”. Il secondo invece è IHS che deriva dal greco antico, ed è la sigla tradotta in caratteri maiuscoli del nome di gesù (Iesous). Raramente, viene utilizzato come monogramma di Cristo (o Cristogramma) la scritta INRI che fu posta sulla sua Croce.

Monogramma di Maria

Tale segno viene spesso rappresentato unendo la M di Maria e la V di Vergine, tutto in un gioco di fiorettature decoratrici. Lo possiamo trovare realizzato in varie maniere, ma di base, il modo di disegnarlo è quello. A lui viene assegnato (e viene richiesto) il potere di protezione e di cura materna, come solo una Madre può fare. Tramite lui si richiede dall’Alto la Veglia della Madonna.

Monogramma di Pietro

Questo, non è un vero e proprio monogramma composto dalle lettere del suo nome, bensì un simbolo che a Pietro stesso è rimasto cucito addosso nell’arco dei secoli, ed oggi si presenta come una questione scabrosa. Andiamo per ordine. Pietro è l’Apostolo prediletto di Gesù nonostante durante la Passione di Cristo, l’abbia rinnegato tre volte prima che il gallo cantasse. Sembra anche, che sia colui che partì dal medio oriente per raggiungere Roma e edificare la Chiesa Cristiana. Addirittura qualche anno fa, sembra che Papa Francesco, abbia annunciato al mondo l’esistenza di ossa ritrovate sotto la Basilica di San Pietro, e appartenute al discepolo stesso. Se proprio vogliamo andare a guardare il pelo nell’uovo ed essere pignolissimi potremmo pure affermare che in termini di strutturazione e diffusione del Cristianesimo, alla luce di tutti questi fatti, Pietro ha un’importanza fondamentale. E’ l’uomo, che nonostante rinneghi il suo Maestro, sia burbero e irrequieto, raggiunge un’illuminazione tale da affidarsi definitivamente alla Fede e erigere addirittura quella struttura materiale che è la Chiesa e che nell’arco di duemila anni ha portato il Cristianesimo, attraverso a periodi più o meno bui, ad essere la religione più professata al mondo. Ora, inutile spiegare oltre l’importanza del personaggio. Molti però non sanno che L’apostolo nei secoli è stato associato a una sua particolare Croce. Nel momento di essere crocifisso, sentendosi non degno di Gesù chiese di essere deposto a testa in giù e quindi fu crocefisso su una croce rovesciata. Tale croce nei secoli è stat utilizzata da tutti coloro che sono cristiani, ma non si sentono degni dell’Amore di Gesù, o comunque che si sentono su gradini inferiori a lui. La Croce Rovesciata è dunque un profondo simbolo di Rispetto e di Fede e anche di Amore, se vogliamo. Vicissitudini moderne hanno portato tale Croce ad essere fraintesa e associata al Satanismo. Per questo motivo, sembra che la Chiesa abbia deciso di abbandonare tale raffigurazione. Fatto sta, che come per la Swastika, un altro simbolo potente e positivo, viene travisato dall’ignoranza di massa.

Monogramma di Carlo Magno

La storia di Carlo Magno è lunghissima e difficile da riasumere in poche righe, poiché ricopre una vasta importanza e ci sono molti avvenimenti correlati strettamente tra loro. Basta dire, che tale monogramma viene usato ogni volta che si desidera il Successo, l’Affermazione, la Potenza, una “mano” in più per riuscire in qualunque impresa…