
Arte cinetica, programmata, optical, geometrica, inoggettuale, tutto pare essere già stato fatto.
E’ stato molto difficile prendere le distanze dal passato pur volendo operare in ambito geometrico.
Dall’inizio degli anni 90 al 2009 ho sperimentato molto affinando la tecnica realizzativa e compositiva, dal 2010 ad oggi mi sono focalizzato sull’aspetto progettuale liberandomi dal retaggio di più di trent’anni passati a visitare musei, biennali, fiere e mostre.
Il focus del lavoro (o meglio, progetto) è diventato lo studio preparatorio, la simulazione di accostamento cromatico, il disegno su carta millimetrata, la ricerca dei materiali ideali.
Il lavoro prevede una suddivisione in rettangoli che seguono progressioni matematiche variabili di volta in volta.
Dentro i rettangoli traccio una diagonale che unisce una coppia di vertici non consecutivi,
successivamente dai due vertici rimanenti traccio un segmento che raggiunge il punto medio dei lati del rettangolo.
Il tutto rigorosamente senza nessun segno a matita sulla tela. Tutti i riferimenti sono sui nastri isolanti.
Quando inizio a dipingere non c’è possibilità di variazione rispetto al progetto, nessun spazio per ripensamenti, l’errore è sempre in agguato, quando arriva getto tutto e riparto.
L’esecuzione materiale è fatta nel modo più distaccato e algido possibile, come una macchina od un automa, la stesura è piatta, bidimensionale, unico obiettivo una realizzazione formale precisa.
I dettagli sono più importanti dell’insieme.
Questo rigore nel lavoro mi rassicura, mette a posto le cose attorno a me, in un certo qual modo mi conforta.
Per tenere il massimo distacco, i titoli non sono altro che stringhe alfanumeriche simili a quelle utilizzate dalle aziende per la codifica dei materiali, ciò non influisce sulla visione delle stesse da parte dello spettatore.
A lavoro finito, quasi senza soffermarmi a guardarlo, riparto con un nuovo progetto, ciò che è finito non mi interessa più.
Si ricomincia cercando di far ancora meglio.
Massimo Salvadori
Casale Monferrato 1960.
Proveniente da una formazione tecnica, realizza, all’inizio degli anni 90 del secolo scorso,
le prime opere formate da strutture continue determinate matematicamente.
Dal decennio seguente il suo lavoro si focalizza sull’aspetto progettuale e sul procedimento realizzativo delle opere.
Nel 2008 a Desenzano del Garda è presente alla esposizione di Arte Struktura “L’arte Costruisce l’Europa”
insieme ai Maestri del Costruttivismo e della Optical Art.
Nel 2013 entra nella collezione del “Museo dei Lumi” di Casale Monferrato.

Vive e lavora a Casale Monferrato.
Geometrie di colore: l’opera di Massimo Salvadori
L’opera di Massimo Salvadori si presenta come una composizione geometrica rigorosa, un quadrato perfetto che racchiude una struttura modulare di triangoli. L’immagine è dominata da un blu intenso, quasi elettrico, che fa da sfondo a una serie di linee arancioni.
I triangoli, disposti a raggiera, creano un pattern ipnotico, una sorta di mandala moderno. Le linee arancioni, sottili e precise, si intersecano e si sovrappongono, generando un senso di profondità e di dinamismo.
L’opera è caratterizzata da un equilibrio cromatico perfetto. Il blu e l’arancione si esaltano a vicenda, creando un contrasto vibrante. La superficie, liscia e uniforme, contribuisce a rafforzare l’idea di ordine e di precisione.
Nel complesso, l’opera di Salvadori è un’esplorazione dello spazio e della forma. L’artista utilizza il colore e la geometria per creare un’immagine che bilancia tra rigore e creatività. Un’opera che invita alla contemplazione e alla riflessione.

“L’opera di Salvadori è una composizione geometrica di grande impatto visivo. La struttura, rigorosa e precisa, è un intreccio di triangoli colorati che si ripetono in un pattern complesso e affascinante.
L’artista utilizza una gamma cromatica audace, dove il viola e l’arancione si fondono in un gioco di contrasti e di armonie. Le forme geometriche, nette e definite, creano un senso di profondità e di tridimensionalità.
L’opera è caratterizzata da un equilibrio perfetto tra ordine e caos. La struttura geometrica, precisa e regolare, si contrappone alla vivacità dei colori, creando un effetto dinamico e coinvolgente.
Salvadori utilizza la geometria e il colore per esplorare le potenzialità dell’arte astratta. Le sue opere sono un invito alla contemplazione, un invito a perdersi nella bellezza delle forme e dei colori. Un’arte che баланс tra rigore e libertà, tra razionalità ed emozione.”

L’opera di Massimo Salvadori si presenta come un quadrato perfetto, una struttura geometrica rigorosa che racchiude un universo di forme e colori. Al centro, un pattern di triangoli concentrici cattura l’attenzione dello spettatore, invitandolo a perdersi nella sua complessità.
L’immagine è un caleidoscopio di riflessi, un gioco di specchi che moltiplica le figure e le ripete all’infinito. I triangoli, di diverse tonalità di grigio, si incastrano tra loro come tessere di un mosaico, creando un effetto ottico dinamico e coinvolgente.
L’opera è caratterizzata da un equilibrio perfetto tra ordine e caos. La struttura geometrica, precisa e regolare, si contrappone alla varietà dei riflessi, creando un senso di armonia e di dinamismo.
Salvadori utilizza la geometria e il colore per esplorare le potenzialità dell’arte astratta. Le sue opere sono un invito alla contemplazione, un invito a perdersi nella bellezza delle forme e dei colori. Un’arte che bilancia tra rigore e libertà, tra razionalità ed emozione.