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Cosi volanti che rompono i coglioni

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Cosi volanti che rompono i coglioni

L’opera di Filippo Biagioli “Cosi volanti che rompono i coglioni”; nasce nel 2024. Si tratta di un dipinto analphabetico.

Analisi dell’Opera: “Così volanti che rompono i coglioni”

L’opera “Così volanti che rompono i coglioni” si presenta come una vivace e ironica rappresentazione pittorica che mescola elementi di arte popolare, fumetto e uno stile immediatamente riconoscibile per la sua spontaneità e carica espressiva.

Stile e Composizione

La composizione è dominata da uno sfondo blu intenso, caratterizzato da evidenti sgocciolature verticali che danno dinamismo e quasi un senso di pioggia o di lacrime “blu” che cadono, evocando un’atmosfera forse umida o fastidiosa. Questo sfondo a campitura piatta, pur essendo mosso dalle colature, fa risaltare le figure volanti in primo piano.

I soggetti sono insetti (apparentemente zanzare e api/mosche) e un uccello stilizzato. Sono disegnati con un tratto grezzo ma incisivo, delineato in nero con riempimenti di colore primario (giallo, rosa pallido, arancio-marrone). La ripetizione di trattini interni sulle ali e sui corpi conferisce un senso di tessitura o di schematizzazione anatomica, quasi un codice grafico distintivo.

Il Titolo e l’Ironia

Il titolo, esplicito e irriverente, è la chiave di lettura dell’opera. “Così volanti che rompono i coglioni” trasforma una scena apparentemente infantile o didascalica in una rappresentazione del fastidio quotidiano e dell’irritazione persistente. Gli insetti, tipici vettori di ronzii fastidiosi e punture moleste, diventano metafora di tutto ciò che è assillante e disturbante.

A rafforzare questo concetto troviamo le lettere “Z Z Z” in un nero deciso, tradizionalmente il segno grafico associato al sonno nei fumetti. In questo contesto, indica:
1. Il tentativo (fallito) di dormire a causa del ronzio.
2. Il ronzio stesso che “parla” per il fastidio che infligge.
3. Una sensazione di noia o stanchezza esasperata dalla presenza degli insetti.

Iconografia e Messaggio

L’uccello in primo piano, con il suo grande occhio arancione e il corpo a spirale, sembra l’osservatore o la vittima principale di questo assedio aereo. La sua espressione è impassibile, ma la sua centralità suggerisce che è il punto focale del disturbo.

L’opera, nel suo insieme, abbraccia la semplicità formale per veicolare un messaggio universale sull’esasperazione. Utilizzando un linguaggio diretto (il titolo) e uno stile che rifiuta la sofisticazione accademica, Biagioli (FPP è la sigla in basso a destra, riferita all’artista) cattura un momento di vita vissuta, trasformando il banale fastidio di zanzare e mosche in un’affermazione audace e profondamente umana. È un pezzo che dialoga con la strada e con la cultura popolare, tipico di una certa sensibilità contemporanea.

  • Artista: Filippo Biagioli
  • Dimensione: 150,5 cm × 108 cm x 5 cm
  • Materiali: acrilico su tela
  • Anno: 2024
  • Collezione: privata

Archiviazione Wikidata: Cosi volanti che rompono i coglioni

Esposizioni dell’Opera

Vercelli

Tipo mostra: Personale
Titolo: Idoli, totem e tele “brutali” la mostra di un outsider pop
Anno: 2025
Sede: Casa Museo Mario Carrara