
Parlo spesso di anoressia. Non come le persone che la stanno vivendo e la raccontano sui social, ma come persona che ne ha sofferto ed è riuscita a batterla. Insieme a lei, ho sconfitto anche la depressione (non quella di coloro che raccontano di essere depressi o come fedez la cantano). Ho battuto la depressione maggiore, quella che ti lascia solo in un letto perchè non hai voglia di niente, ne di mangiare, ne di bere, ne di alzarti per andare in bagno. Ed ora faccio di tutto per aiutare gli altri. Non ho la pretesa di insegnare, guarire o chissà che, diffondo la mia esperienza sperando possa essere d’aiuto.

Nel 2024, il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco mi chiamò per dirmi che mi avevano scelto per presentare le mie opere durante le “giornate del contemporaneo”. Io ne fui felice e rimanemmo d’accordo che avrei spedito loro i bozzetti che avevo creato per lavorare sul “Leggendario della Valnerina”. Avendo quelle strisce di canapa ricamate fra le mani, chiamai il mio amico fotografo / artista Filippo Basetti che fu subito pronto a scattarmi delle foto, con le mie opere. Queste foto, in questi giorni, sono state pubblicate sulla rivista newyorkese Dappy Fashion Magazine.
La mia volontà è stata quella di mostrarmi come sono oggi, con 77 kg; ben 35 kg in più di quando raggiunsi il mio minor peso in assoluto a 42 kg. Vorrei far vedere a chi soffre di anoressia, che riprendere peso si può, che tornare a sorridere si può, che tornare alla vita si può. Colui che vi sta scrivendo non era un semplice anoressico, ma aggiungeva ai suoi problemi anche l’anoressia mentale. Cosa che rendeva tutto molto più duro da affrontare.

Oggi, ho il seno maschile e una bella pancia. Non mi vergogno affatto, ero più impaurito a mostrare le dita ossute o le braccia grandi quanto un paio di salamini milanesi. Io ho risolto con molte sedute dallo psicologo, con l’entrata nella mia vita della psichiatra e tantissime persone che si son strette intorno me e mi sono state vicine. Ho un libro in uscita che parla di autolesionismo e anoressia. L’ho scritto perchè (genitori questo vorrei dirlo sopratutto a voi) avendo vissuto e essendo sopravvissuto sul campo di battaglia della malattia anoressica, ho imparato che “Ana” (così molti malati indicano la loro situazione) non si presenta come spesso si sente dire in tv come la voglia assoluta di dimagrire perchè non si accetta il proprio corpo, per essere accettati dagli altri o assomigliare alle modelle. “Ana” è talmente subdola, come la depressione, che si annida tra gli schemi comportamentali di un individuo e salta fuori nel momento meno indicato, perchè così facendo prende piedi all’interno della psiche di una persona. Dal giorno che ho iniziato a curarmi per questi disturbi ho iniziato a studiarli.

L’anoressia mascherata dal “non voler accettare il proprio corpo” si presenta per mille altri motivi. Affrontatela, parlatene, affidatevi ad un professionista, ma soprattuto distruggete se volete guarire quei blocchi mentali che vi fanno rispondere sempre “ma io son fatto così“, “tanto non cambia nulla“…
Io ringrazio di cuore per primo Filippo Basetti, sempre pronto e disponibile, Dappy Fashin Magazine New York e tutte le persone che mi seguono, che sono veramente tante…
Vi voglio bene