La Goezia: Un’antica guida ai Demoni di Salomone
L’“Ars Goetia”, spesso conosciuta semplicemente come “Goetia” o “Goezia”, rappresenta la sezione introduttiva della “Piccola Chiave di Salomone”, un antico testo di magia. Gran parte del suo contenuto risale a un periodo precedente al XVII secolo, con alcune sezioni che affondano le radici addirittura nel XIV secolo.
Questo testo descrive i 72 demoni che, secondo la leggenda, furono evocati da Re Salomone. Si narra che Salomone li imprigionò in un vaso di bronzo, sigillato con simboli magici, costringendoli così al suo servizio. L'”Ars Goetia” non si limita a elencarli, ma fornisce anche dettagliate istruzioni su come costruire un contenitore simile al vaso di bronzo di Salomone e come utilizzare formule magiche specifiche per invocare questi demoni in modo sicuro.
Tra i 72 demoni figurano entità come:
- Bael, il primo demone, che, secondo Francis Barrett, può rendere invisibile chi lo evoca.
- Buer, il decimo demone, noto per insegnare “filosofia morale e naturale”, logica e l’uso delle erbe medicinali.
L’elenco completo dei 72 demoni comprende:
Re Bael, Granduca Agares, Il principe Vassago, Marchese Samigina, Re Marbas, Duca Valefor, Principe Aamon, Duca Barbatos, Re Paimon, Re Buer, Duca Gusion, Il principe Sitri, Re Beleth, Marchese Leraje, Duca Eligos, Duca Zepar, Conte Botis, Duca Bathin, Duca Sallos, Re Purson, Conte / Presidente Marax, Conte / Principe Ipos, Duca Aim, Marchese Naberius, Conte / Presidente Glasya-Labolas, Duca Bune, Marchese / Conte Ronove, Duca Berith, Duca Astaroth, Marchese Forneus, Presidente Foras, Re Asmodeo, Il principe / presidente Gaap, Conte Furfur, Marchese Marchosias, Il principe Stolas, Marchese Phenex, Conte Halphas, Presidente Malphas, Conte Raum, Duca Focalor, Duca Vepar, Marchese Sabnock, Marchese Shax, Re / Conte Vine, Conte Bifrons, Duca Vual, Presidente Haagenti, Duca Crocell, Cavaliere Furcas, Re Balam, Duca Alloces, Presidente Caim, Duca / Conte Murmur, Il principe Orobas, Duca Gremory, Presidente Ose, Presidente Amy, Marchese Orias, Duca Vapula, Re / presidente Zagan, Presidente Valac, Marchese Andras, Duca Haures, Marchese Andrealphus, Marchese Cimeies, Duca Amdusias, Re Belial, Marchese Decarabia, Il principe Seere, Duca Dantalion, Conte Andromalius.
L’Eredità Demoniaca: Dalla “Piccola Chiave” all’Opera di Biagioli
Il mondo della demonologia è intriso di mistero, antiche leggende e testi criptici. Al centro di questo universo si trovano opere fondamentali che, nel corso dei secoli, hanno plasmato la nostra comprensione (o la nostra paura) delle entità demoniache. Tra queste, spiccano senza dubbio la “Ars Goetia”, parte della più ampia “Piccola Chiave di Salomone” (Lemegeton Clavicula Salomonis), e, in tempi più recenti, il “Trattato di Demonologia, Summa Verborum, Numeri, Temporia et Spatii“ di Filippo Biagioli. Sebbene separati da secoli di storia e concezioni, esiste un filo rosso che lega queste opere, delineando un percorso che va dalla tradizione esoterica medievale e rinascimentale fino a interpretazioni contemporanee.
Il “Trattato di Demonologia” di Filippo Biagioli: Una Prospettiva Contemporanea
In questo contesto storico e occulto si inserisce il lavoro di Filippo Biagioli con il suo “Trattato di Demonologia, Summa Verborum, Numeri, Temporis et Spatii”. Sebbene non sia un grimorio nel senso tradizionale di un manuale per l’evocazione, l’opera di Biagioli si confronta direttamente con l’eredità della demonologia classica, e in particolare con i concetti e le entità delineate nell’Ars Goetia.
Il collegamento principale risiede nel fatto che il “Trattato di Demonologia” di Biagioli, pur essendo una creazione artistica e concettuale contemporanea, attinge a piene mani dal corpus demonologico tradizionale. Ogni copia del “Trattato” è un’opera d’arte unica, dedicata a un demone specifico, e incorpora disegni originali dell’autore. Questo suggerisce una profonda ricerca e un’assimilazione dei personaggi e delle simbologie presenti in testi come la “Ars Goetia”.
Biagioli non si limita a replicare, ma reinterpreta e rielabora queste figure millenarie, conferendo loro una nuova dimensione estetica e concettuale. Il suo approccio sembra esplorare il “perché” dietro queste antiche credenze e la loro persistenza nell’immaginario collettivo, piuttosto che il “come” evocarle. Il titolo stesso del suo trattato, “Summa Verborum, Numeri, Temporis et Spatii” (Somma di parole, numeri, tempo e spazio), suggerisce un’indagine più ampia e filosofica sulla natura delle entità demoniache e sulla loro interazione con la realtà umana, elementi che la “Ars Goetia” introduce in chiave pratica.
Punti di Connessione e Distinzione
La connessione tra queste opere è intrinseca ma anche evolutiva:
- Fonte d’ispirazione: L'”Ars Goetia” funge da fonte primaria di ispirazione per Biagioli, fornendo il “cast” di personaggi demoniaci e la struttura gerarchica su cui basare la sua esplorazione artistica e intellettuale.
- Interpretazione vs. Pratica: Mentre l'”Ars Goetia” è un manuale operativo per la magia cerimoniale, l’opera di Biagioli si colloca più nell’ambito dell’arte e della riflessione sulla demonologia come fenomeno culturale e archetipico. Non si tratta di invocare demoni, ma di comprenderli o rappresentarli attraverso un’ottica contemporanea.
- Simbologia e Iconografia: Entrambe le opere si basano fortemente sulla simbologia e sull’iconografia. Nell'”Ars Goetia” i sigilli sono cruciali per l’evocazione; nell’opera di Biagioli, i disegni e la cura artigianale di ogni volume fungono da veicoli per la rappresentazione di queste entità.
- Evoluzione del Concetto Demoniaco: Il passaggio dalla “Ars Goetia” al “Trattato” di Biagioli riflette un’evoluzione nel modo in cui l’umanità si rapporta al concetto di “demone”. Da figure da controllare per scopi pratici (come nella magia salomonica) a soggetti di studio, riflessione artistica e persino critica culturale.
In sintesi, il “Trattato di Demonologia” di Filippo Biagioli può essere visto come un omaggio e una rielaborazione moderna di un’antica tradizione. Se la “Ars Goetia” ci ha tramandato i nomi e i poteri dei 72 demoni, l’opera di Biagioli ci invita a guardare queste figure con occhi nuovi, esplorando la loro risonanza nel presente e la loro capacità di ispirare ancora oggi, non solo pratiche magiche, ma anche profonde riflessioni sull’arte, sulla storia e sulla psiche umana.